Dalle polizze vita ai consulenti finanziari: cambia l'interesse?

Dalle polizze vita ai consulenti finanziari: cambia l’interesse?

Dalle polizze vita ai consulenti finanziari: cambia l’interesse? Un tempo, le persone comuni, preferivano farsi delle polizze vita o investire in immobili per mettere a frutto tutto ciò che riuscivano a risparmiare.

Oggi, premesso che per molti risparmiare del denaro è cosa davvero molto difficile (magari per mancanza di lavoro o per le troppe spese), le persone preferiscono cercare altre forme di investimento piuttosto che investire in immobili o scegliere una polizza vita.

Ecco perché sempre più persone scelgono di documentarsi ed informarsi sul mondo della finanza, del trading, delle opzioni o della consulenza finanziaria: consulenti che possono consigliare pacchetti di azioni ai propri clienti ed offrire un rendimento che può variare dal 2 al 7% circa del capitale investito.

Ad onor del vero, bisogna riconoscere anche che, per ottenere dei rendimenti interessanti bisognerebbe avere a disposizione un buon capitale da investire, e che spesso molti sottovalutano il fatto che i mercati finanziari e gli investimenti nel mondo della borsa è molto rischioso, tanto da poter comportare la perdita del capitale investito, come sottolinea anche il sito indipendente Forex Notizie, un blog all’interno del quale sono presenti vari articoli informativi sul mondo del lavoro, dell’economia, della finanza e del trading online.

Negli ultimi anni sempre più italiani, merito anche di internet e delle nuovissime piattaforme, si sono sempre più interessati al mondo degli investimenti e del trading online, e c’è chi ha deciso di farsi consigliare da consulenti esperti per la costruzione di un portafoglio titoli diversificato che permetta di limitare le perdite.

Sono moltissime le persone che cercano un portafoglio titoli che funzioni bene e che porti un rendimento durante tutto l’anno, tenendo sotto controllo i rischi. In pochi tengono in considerazione però il fatto che nel mondo della finanza non eistono certezze matematiche e non ci sono rendimenti garantiti (tanto che anche i titoli di Stato possono essere esposti al rischio in caso di default).

Secondo alcuni esperti, ad esempio, un buon portafoglio titoli dovrebbe essere suddiviso in 4 parti: azioni, oro, titoli governativi e titoli governativi a lungo, in questo modo, grazie al principio di diversificazione, sarebbe possibile riuscire ad affronare le varie condizioni di mercato in cui l’investitore potrebbe trovarsi.

Fare trading e gestire un portafoglio titoli però sono due attività completamente differenzi: se da un lato, secondo alcuni esperti, il trading è inefficiente, per gestire un portafoglio servono abilità imprenditoriali (che comprendono la diversificazione ed il controllo del rischio, con un occhio attento alle potenziali opportunità offerte dai mercati).